“L’Arte della Fuga”: a Cagliari e Sassari la danza incontra Bach in un viaggio tra emozioni e visioni

Un'opera coreografica intensa e suggestiva firmata Spellbound Contemporary Ballet, tra le note di Bach e le musiche di Jaconello, in scena in Sardegna per la stagione 2024-2025 de La Grande Danza Cedac

"L'arte della Fuga" di Spellbound Contemporary Ballet. ? Cristiano Castaldi

"L'arte della Fuga" di Spellbound Contemporary Ballet. ? Cristiano Castaldi

Un affascinante viaggio tra le note e le emozioni ne “L’Arte della Fuga”, intrigante coreografia di Mauro Astolfi ispirata al capolavoro di Johann Sebastian Bach, che diventa colonna sonora di un visionario racconto per quadri accanto alle musiche originali di Davidson Jaconello, produzione dello Spellbound Contemporary Ballet in co-produzione con la Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza e la Fondazione Teatro Comunale di Modena in cartellone – in prima regionale – giovedì 13 febbraio alle 20:30 al Teatro Comunale di Sassari e sabato 15 febbraio alle 20:30 e domenica 16 febbraio alle 19:00 al Teatro Massimo di Cagliari sotto le insegne della Stagione 2024-2025 de La Grande Danza organizzata dal CeDAC Sardegna.

Sotto i riflettori Filippo Arlenghi, Alessandro Piergentili, Miriam Raffone, Maria Cossu, Lorenzo Beneventano, Giuliana Mele, Roberto Pontieri, Anita Bonavida e Martina Staltari interpretano una raffinata partitura gestuale in cui l’opera incompiuta del grande compositore tedesco diventa metafora di un’inquietudine esistenziale.

«Una fuga è fatta ad Arte se nessuno se ne accorge. Se anzi che scappare da qualcosa o qualcuno, mi confondo con gli altri, mi vesto come loro, uso le loro parole – afferma Mauro Astolfi, danzatore e coreografo di fama internazionale che collabora con importanti istituzioni e compagnie europee e d’oltre oceano – Per non farmi trovare non c’è niente di meglio che cambiare le mie abitudini, trovare sempre un muro dove nascondermi e lì incontro sempre qualcun altro che è fuggito da qualcosa…».

E rivela: «La mia fuga in realtà è un’antifuga, è una prospettiva. È il mio bisogno di guardare la vita con altri occhi. È importante scappare ogni tanto, mi aiuta ad accendere la luce su qualche “zona” buia, ma non serve per rimuovere o dimenticare …la sensazione di quello che sono infatti rimarrà all’interno della mia mente per sempre, anche quando la fuga sarà finita. Sono fuggito per essere gentile con me stesso… ora posso tornare dagli altri. Anche loro qualche volta hanno provato il desiderio di andarsene e sparire dal mondo…».

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