Il Museo di arte ambientale Organica entra nel vivo della programmazione estiva con due nuove esposizioni, in calendario per tutto il mese di agosto e visitabili fino al 5 novembre. Le mostre, di taglio e linguaggi differenti, offrono al pubblico un doppio sguardo sul rapporto tra uomo, paesaggio e immaginario naturale.
La prima mostra, “Storia di un albero”, è firmata dal collettivo Flatform e curata da Giannella Demuro e Marco Senaldi. Si tratta di un video-ritratto che mette al centro una quercia nata circa 900 anni fa, conosciuta come la “Quercia dei Cento Cavalieri”, situata nell’area di Tricase, in Puglia.
L’opera, realizzata con immagini in movimento e suoni spazializzati, presenta l’albero come testimone delle trasformazioni del territorio e delle culture che lo hanno attraversato nel corso dei secoli. I dialoghi del film sono in più lingue, tra cui Arbaresh, Romanès, Griku, Greco bizantino, Ebraico, Yiddish, Turco, Spagnolo, Francese e Salentino, con sottotitoli in inglese. Tutte le musiche sono state composte e registrate appositamente per il progetto.
Flatform, nato nel 2006 e con sede a Milano e Berlino, lavora tra cinema sperimentale e arte contemporanea. Le opere del collettivo sono state ospitate in musei e festival di rilievo internazionale, tra cui la Fondazione Prada di Milano, il Jeu de Paume di Parigi, il MART di Rovereto, la GAMeC di Bergamo, il Centre Pompidou di Parigi e festival come Cannes, Rotterdam, la Viennale e il BFI London Film Festival. Nel corso della sua attività, il gruppo ha ricevuto premi e candidature in rassegne come il Go Short – European Short Film Festival e il Jihlava International Documentary Film Festival.
La seconda esposizione, “Like a leaf”, segna l’ingresso dell’illustrazione nella programmazione del Museo Organica. È la personale dell’artista visivo Toni Demuro, curata da Emiliano Longobardi e allestita nella sala al piano terra dello Spazio CEDAP.
Le immagini dell’artista propongono un universo di forme stilizzate, popolato da alberi, rami, foglie, fiori, farfalle e figure umane solitarie. L’uso della luce e la composizione creano atmosfere sospese, in cui la natura diventa personaggio attivo.
A proposito della mostra, Longobardi scrive: “Ci sono spazi naturali che non sono solo sfondo, ma spazi attivi: rami che si intrecciano, boschi curvi, foglie enormi, grandi quanto corpi, cerchi lunari e solari che aprono spazi negli spazi, che si fanno accessi verso altri luoghi di luce. E ci sono spazi naturali che restano puro segno vegetale […]. Ricordare che il paesaggio ci riguarda, che il tempo può essere respiro profondo, che la solitudine può essere abitabile: è la misura dell’equilibrio tra silenzio e parola trattenuta, tra natura–personaggio e figure raccolte. Il lavoro di Toni Demuro offre un passaggio discreto tra i mondi e i modi: rallentare, osservare, riconoscersi come parte di qualcosa che non ha bisogno di dirsi in maniera esplicita o di parlare forte per farsi sentire, ma che continua a riverberare, trovando nella persistenza interiore la sua dimensione più alta”.
Nato in Sardegna nel 1974 e diplomato in Pittura all’Accademia di Belle Arti di Sassari, Toni Demuro è noto per un linguaggio visivo che unisce essenzialità formale e simbolismo naturale. Ha collaborato con testate e case editrici come The New York Times, The Washington Post, Penguin Books, Vanity Fair, Corriere della Sera e Mondadori. Nel settore editoriale, ha firmato copertine e albi illustrati, soprattutto per il mercato francese, ottenendo diversi riconoscimenti. Parallelamente, ha creato manifesti per festival jazz, rassegne letterarie e appuntamenti culturali, fondendo narrazione visiva e sensibilità grafica.
La sede di Organica è raggiungibile da Tempio Pausania, Olbia e Sassari attraverso la SS 392, proseguendo poi a piedi lungo uno dei sentieri che attraversano il bosco. Per informazioni contattare il numero telefonico 339/5906900 o visitare il sito organicamuseo.it.