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Cagliari capitale della cultura con la ricca Stagione 2022-2023 de La Grande Prosa e Danza del CeDAC al Teatro Massimo

Undici titoli in cartellone da novembre ad aprile con i grandi protagonisti della scena e quattro da gennaio ad aprile nel segno dell'arte di Tersicore. Alcuni nomi: Daniel Pennac, Maddalena Crippa, Remo Girone, Lucrezia Lante della Rovere, Mariangela D'Abbraccio e Giorgio Pasotti

di Redazione
9 Giugno 2022
in Cagliari, Eventi, Spettacolo
🕓 14 MINUTI DI LETTURA
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Daniel Pennac

Daniel Pennac

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Si alza il sipario sulla Stagione 2022-2023 de La Grande Prosa e Danza al Teatro Massimo di Cagliari organizzata dal CeDAC / Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo dal Vivo in Sardegna con il patrocinio e il sostegno del MiC/ Ministero della Cultura, della Regione Sardegna e del Comune di Cagliari e con il contributo della Fondazione di Sardegna. Un ricco cartellone con undici titoli da novembre ad aprile con i grandi protagonisti della scena, tra immortali classici e testi contemporanei, con incursioni nell’immaginifico mondo del nouveau cirque e quattro titoli da gennaio ad aprile nel segno dell’arte di Tersicore, dai capolavori della storia del balletto alle creazioni di importanti coreografi, per una panoramica sulle più interessanti produzioni nazionali e internazionali.

Cagliari (ri)diventa capitale della cultura con artisti del calibro di Maddalena Crippa, diretta da Peter Stein ne “Il compleanno” di Harold Pinter (in prima nazionale al Teatro Massimo) e Remo Girone ne “Il cacciatore di nazisti” per la regia di Giorgio Gallione; Maria Paiato e Mariangela Granelli alle prese con lo “scandaloso” e divertentissimo “Boston Marriage” di David Mamet; Lucrezia Lante della Rovere accanto a Stefano Santospago ne “La divina Sarah” di Eric-Emmanuel Schmitt e Maria Amelia Monti con Marina Massironi ne “Il marito invisibile” di Edoardo Erba.

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In programma “Hamlet” con Mariangela D’Abbraccio e Giorgio Pasotti e “La Tempesta” di William Shakespeare nella visionaria mise en scène di Alessandro Serra, per un duplice omaggio al Bardo inglese e “Il Malato Immaginario” di Molière nell’interpretazione di Emilio Solfrizzi, e (in prima nazionale a Cagliari) Ninni Bruschetta propone “Mille”, originale commedia scritta e diretta da Andrea Muzzi sul paradosso della gentilezza. Lo scrittore Daniel Pennac presenta al Teatro Massimo “Dal Sogno alla Scena”: una riflessione sul teatro, che lo vede protagonista sul palco con Pako Ioffredo e Demi Licata (MIA). Sfida la forza di gravità il poetico “Glob” con i clowns-acrobati de Les Foutoukours.

La Stagione di Danza 2022-2023 al Teatro Massimo di Cagliari comprende quattro titoli per otto appuntamenti tra gennaio e aprile. Si apre con il Gran Gala dell’Ukrainian Classical Ballet tra vertiginosi assoli e pas de deux dal repertorio classico e contemporaneo. “La Danse / Bolero” della Koresh Dance Company, due creazioni del coreografo israeliano Roni Koresh ispirate a un dipinto di Matisse e alla celebre partitura di Ravel, lasciano il posto a “Astor – Un secolo di Tango” con i danzatori del Balletto di Roma e il fisarmonicista Mario Stefano Pietrodarchi, per un omaggio al grande compositore argentino firmato da Valerio Longo e Carlos Branca e si chiude in bellezza con il “Don Juan” di Johan Inger per Aterballetto, un racconto per quadri sulla figura di Don Giovanni e sul mito dell’eterno seduttore, incostante e temerario, alla ricerca di un amore irraggiungibile.

Finalmente un segnale importante verso il ritorno all’auspicata normalità, dopo la sospensione degli spettacoli e il lockdown, il contingentamento dei posti, le distanze di sicurezza, l’uso delle mascherine e degli igienizzanti, con la rigorosa applicazione delle regole e dei protocolli a tutela della salute degli spettatori e degli artisti durante il periodo della pandemia. La prossima Stagione de La Grande Prosa e Danza firmata CeDAC si annuncia di grande fascino e rilevanza, con nomi di punta del panorama italiano e non solo, nel segno di una feconda contaminazione di generi e stili, tra un omaggio ai grandi maestri e il gusto per le novità. Con l’augurio di lasciarci alle spalle un periodo difficile, per riprendere l’attività con i ritmi consueti e con la piena consapevolezza del ruolo cruciale dell’arte, e in particolare del teatro, nell’illuminare le menti e risvegliare le coscienze fornendo spunti di riflessione sulla realtà.

Un messaggio di fiducia per il pubblico che a dispetto delle circostanze ha continuato a seguire gli eventi con interesse e passione, non rinunciando a frequentare i teatri, che si sono confermati anche in questi mesi terribili, luoghi “sicuri” oltre che fecondi di stimoli e idee, spazi di confronto, oltre che di svago, tra divertite e divertenti provocazioni intellettuali e vivi affreschi della società. Una tradizione che dura da duemilacinquecento anni, con salde radici e splendidi esempi, nell’arco dei secoli, in cui la potenza espressiva del teatro e la capacità visionaria delle arti della scena hanno rappresentato un irrinunciabile punto di riferimento per la civiltà occidentale.

Spazio agli incontri con gli autori sotto le insegne di Legger_ezza e in collaborazione con la Libreria Edumondo, oltre a anteprime letterarie, teatrali e musicali, progetti site specific e residenze, per offrire molteplici opportunità di avvicinarsi ai linguaggi del contemporaneo, con appuntamenti mirati e iniziative pensate specialmente per le giovani generazioni. Una nuova vita, una nuova pagina tutta da scrivere per il Teatro Massimo di Cagliari, un palcoscenico aperto alla città con proposte di altissimo livello e la possibilità di vivere fino in fondo, quasi in una full-immersion, un’esperienza culturale.

Lucrezia Lante della Rovere
Pasotti - D'Abbraccio "Hamlet". ? Chiara Calabrò
"La Tempesta". ? Alessandro Serra
Maddalena Crippa
Maria Amelia Monti
Ninni Bruschetta
Remo Girone. ? Gianni Fiorito

Ouverture – dal 9 al 13 novembre – con “Hamlet” di Alessandro Angelini e Antonio Prisco, liberamente tratto dal dramma di William Shakespeare, con Giorgio Pasotti e Mariangela D’Abbraccio accanto a Claudia Tosoni, Gerardo Maffei, Davide Paganini, Pio Stellaccio, Andrea Papale e Salvatore Rancatore, per la regia di Francesco Tavassi. Una mise en scène che sottolinea la modernità della tragedia: «Nella sua incapacità di scegliere – nel subire il peso fisico e terreno che deriva da tali indecisioni – e nell’isolamento che arriva a sfiorare la follia, Amleto è un personaggio dei giorni nostri – si legge nelle note –. Un uomo imprigionato nella sua condizione, simile in tutto e per tutto a quelli che s’incontrano lungo i marciapiedi delle nostre città». (Lo spettacolo sostituisce “Arsenico e Vecchi Merletti”)

Una sottile inquietudine affiora in una situazione di apparente normalità ne “Il Compleanno” (The Birthday Party) di Harold Pinter – dal 23 al 27 novembre (in prima nazionale): Peter Stein continua il suo viaggio nell’opera del drammaturgo inglese, confrontandosi con una delle pièce più celebri ed emblematiche del “teatro della minaccia”. Nel cast spicca il nome di Maddalena Crippa, protagonista con Alessandro Averone, Gianluigi Fogacci, Fernando Maraghini, Alessandro Sampaoli e Elisa Scatigno di una vicenda oscura e terribile, ambientata in una squallida e solitaria pensione con un unico inquilino: i dialoghi ambigui e velati di allusioni fanno presagire un pericolo imminente. «La domanda ‘chi siamo noi?’ alla quale non possiamo mai rispondere, perché una falsa o oscura memoria si mischia con la nostra voglia di metterci in scena – sottolinea il regista – sta al centro di questo compleanno d’orrore».

“Dal Sogno alla Scena” – dal 7 all’11 dicembre – con Daniel Pennac, autore e interprete, accanto a Pako Ioffredo e Demi Licata, di uno spettacolo ispirato al suo universo onirico e fantastico. Una raffinata ed evocativa mise en espace con la regia di Clara Bauer e le musiche di Alice Loup e Antonio Urso, per tradurre in immagini sensazioni e visioni notturne, con continui rimandi tra l’invenzione letteraria e la sua trasposizione teatrale. Un percorso a ritroso tra l’ispirazione e la narrazione, tra la dimensione del sogno, che produce sensazioni e impressioni e la possibilità di comunicarle attraverso le parole, e poi dalla pagina farle approdare su un palco. Tra l’omaggio a Fellini de “La Legge del Sognatore” e “Storia di un corpo”, gli spunti (auto)biografici di “Bartleby – Mon Frère”, “Grazie” e “L’avventura Teatrale – Le mie italiane”, lo scrittore si racconta attraverso il meraviglioso gioco del teatro.

Una “commedia in videocall” – dal 4 all’8 gennaio – con “Il Marito Invisibile” di Edoardo Erba (sua anche la regia) dove Maria Amelia Monti e Marina Massironi interpretano due amiche impegnate in una conversazione dai toni vagamente surreali, in bilico tra vita quotidiana e realtà virtuale. Un’inattesa rivelazione – il matrimonio di quella tra le due solitamente perseguitata dalla sfortuna in amore – suscita stupore e felicitazioni, finché la storia si tinge di suspense quando la donna rivela che il suo consorte ha uno strano “difetto”, insomma non si può vedere. L’amica preoccupata inizia a sospettare possa trattarsi di allucinazioni o altri effetti collaterali della solitudine, e il dialogo prosegue nel tentativo di scoprire la verità sull’uomo invisibile, in uno “sdoppiamento” tra la scena e gli schermi dei cellulari, per una trama avvincente e di stringente attualità.

Alessandro Serra firma la mise en scène de “La Tempesta” di William Shakespeare – dall’11 al 15 gennaio – con un affiatato cast, che comprende Fabio Barone, Andrea Castellano, Vincenzo Del Prete, Massimiliano Donato, Paolo Madonna, Jared McNeill, Chiara Michelini, Maria Irene Minelli, Valerio Pietrovita, Massimiliano Poli, Marco Sgrosso, Bruno Stori – per un visionario allestimento della commedia elisabettiana. Nell’eterna lotta per il potere, la natura riprende il suo spazio, stravolge i destini, mentre Prospero con le sue arti magiche governa l’isola e le sue creature e tiene i nemici alla sua mercé, rinunciando però alla vendetta, per regalare alla favola un lieto fine. «La tempesta è un inno al teatro fatto con il teatro la cui forza magica risiede proprio in questa possibilità unica e irripetibile di accedere a dimensioni metafisiche attraverso la cialtroneria di una compagnia di comici che calpestano quattro assi di legno…» – scrive il regista: «Qui risiede il suo fascino ancestrale».

Riflettori puntati su Remo Girone, protagonista de “Il cacciatore di nazisti – L’avventurosa vita di Simon Wiesenthal” – dall’1 al 5 febbraio – per una riflessione sugli orrori della Shoah e sulla “banalità del male”. Uno spettacolo originale, scritto e diretto da Giorgio Gallione, per affrontare una pagina tragica della storia del Novecento attraverso la testimonianza dell’uomo che con il suo infaticabile e puntuale lavoro di ricerca è riuscito a rintracciare centinaia di criminali di guerra, responsabili della morte di oltre undici milioni di persone, tra cui sei milioni di ebrei. “Il cacciatore di nazisti” è un progetto di teatro civile contro la rimozione e l’oblio. «Non voglio che le persone pensino che è stato possibile che i nazisti abbiano ucciso milioni di persone e poi l’abbiano fatta franca» – sosteneva Simon Wiesenthal – «Ma io voglio giustizia, non vendetta».

Il “paradosso della gentilezza” – dal 15 al 19 febbraio (in prima nazionale) – in “Mille” di Andrea Muzzi, che ha curato anche allestimento e regia di questa commedia surreale, quasi kafkiana, in cui un moderno (anti)eroe è chiamato a giustificare il suo comportamento incomprensibile in una società dominata dall’odio. Ninni Bruschetta, attore di teatro e cinema, fondatore di Nutrimenti Teatrali e volto noto del piccolo schermo, tra fiction e serie tv come “Boris” e “Squadra antimafia”, “Fuoriclasse” e “Un posto al sole”, interpreta un uomo mite e garbato e dunque del tutto inadatto a affrontare i conflitti e gli scontri che si scatenano intorno a lui a ogni minimo pretesto. Nulla sembra scalfire la sua imperturbabilità, ma basta un episodio banale a suscitare il sospetto delle autorità, che lo accusano di aver creato “una falla nel sistema” e si prodigano per riportarlo all’ordine, nella schiera degli “haters”.

Un intenso ritratto d’artista – dall’1 al 5 marzo – con “La divina Sarah” di Eric-Emmanuel Schmitt, da “Memoir” di John Murrel, con Lucrezia Lante della Rovere e Stefano Santospago, per la regia di Daniele Salvo: icona del teatro francese, attrice amatissima, conosciuta e ammirata fino oltre oceano, la grande interprete appare in tutto il suo temperamento nel suo “sfolgorante tramonto”. Nel dialogo con il suo segretario Sarah Bernhardt ripercorre i momenti significativi di una straordinaria carriera, dagli esordi con la Comédie Française ai primi successi con “Le Passant” e “Ruy Blas”, “Phèdre” e “Hernani” di Hugo, le tournées all’estero e i trionfi in patria, con la passione e il disincanto di una regina della scena che ha conquistato le platee di tutto il mondo. Una pièce brillante e ricca di ironia, per ricordare un’interprete magnifica e indimenticabile, una creatura sensibile dotata di un immenso talento: una diva immortale.

Ironia in scena – dal 15 al 19 marzo – con “Il Malato Immaginario” di Molière nell’interpretazione di Emilio Solfrizzi, con Lisa Galantini, Antonella Piccolo, Sergio Basile, Viviana Altieri, Cristiano Dessì, Pietro Casella, Cecilia D’Amico e Rosario Coppolino, con la regia di Guglielmo Ferro: una commedia scoppiettante in cui la fissazione del protagonista rivela la sua paura di affrontare la vita. Tra tutte le infermità, la sua è forse la più grave e inguaribile, ovvero la certezza di soffrire di patologie tra le più varie, a dispetto di un fisico evidentemente sano e robusto, ché altrimenti non potrebbe sopravvivere alle infinite cure, tra medicine, purghe e salassi cui si sottopone, come a voler distogliere la mente da ogni altra preoccupazione. Una pièce irresistibile, tra situazioni esilaranti che celano un profondo disagio, in un crescendo di strani rimedi e dottori improbabili al capezzale di un uomo che ha imparato a difendersi dal dolore dietro lo schermo della malattia.

Un favoloso sogno ad occhi aperti – dal 22 al 26 marzo – con “Glob” de Les Foutoukours, una creazione di Rémi Jacques e Jean-Félix Bélanger sul tempo sospeso dell’attesa, tra atmosfere quasi beckettiane, che sottendono a fondamentali questioni esistenziali attraverso lo sguardo innocente e un po’ infantile dei clowns. Sulla scena due buffi personaggi si incontrano, si guardano, ridono, piangono, si arrampicano su scale che sembrano quasi toccare il cielo, lasciandosi sorprendere dalla meraviglia per ciò che accade, forse, per la prima volta. Creature dell’immaginario, indefinibili e misteriose, esplorano quel luogo sconosciuto, sperimentano tutte le possibilità, si mettono in gioco sfidando le leggi di gravità in una pièce coinvolgente e tenera, piena di delicato humour e poesia, con tutta la magia del nouveau cirque, per la gioia e il divertimento di un pubblico di ogni età.

Finale con brio – dal 29 marzo al 2 aprile – con “Boston Marriage” di David Mamet, con una strepitosa Maria Paiato insieme a una convincente Mariangela Granelli, accanto a Ludovica D’Auria, per la regia di Giorgio Sangati: due splendide interpreti impegnate in un feroce duello verbale che dietro la raffinatezza e l’eleganza di due dame dell’alta borghesia mette a nudo l’intensità delle passioni e i segreti giochi di potere. Il “matrimonio bostoniano” allude a una relazione anche con risvolti sentimentali tra due donne, economicamente autosufficienti, senza bisogno del sostegno di un uomo: le due protagoniste si scambiano confidenze e consigli, si aggiornano sui rispettivi nuovi amori, in un dialogo dai toni ingannevolmente garbati, in realtà sferzante e amaro, in cui affiorano impreviste, scomode verità. Una commedia brillante sui sottili equilibri e gli incauti intrecci, sulle intemperanze del cuore e la pericolosa forza del desiderio che stravolge le convenienze e i riti mondani della buona società.

Ukrainian Classical Ballet
Koresh Dance Company
"Glob". ? Alex Guillaume
Balletto di Roma
Aterballetto "Don Juan". ? Viola Berlanda

LA STAGIONE DI DANZA 2022-2023

Incantevoli fiabe sulle punte e vertiginosi assoli, coinvolgenti pas de deux e pas de trois e suggestive scene corali per il Gran Gala dell’Ukrainian Classical Ballet (21-22 gennaio), con le étoiles e i solisti della storica compagnia nata ai primi del Novecento: in programma accanto ai quadri tratti da indimenticabili capolavori della storia del balletto, raffinate creazioni di importanti coreografi, appartenenti al vasto repertorio che spazia tra la danza classica e contemporanea, in uno spettacolo di grande fascino.

Sbarca nell’Isola la Koresh Dance Company con “La Danse / Bolero” (11-12 febbraio): in scena due creazioni del coreografo israeliano Roni Koresh, “La Danse”, ispirata a un famoso dipinto di Matisse, che unisce le tre versioni realizzate dal pittore, a partire da “Le bonheur de vivre”, in una interpretazione tenera e gioiosa, appassionata e umoristica con musiche di John Levis e versi di Karl Mullen e il travolgente “Bolero” sulle note di Maurice Ravel, che rispecchia il ritmo ossessivo e ipnotico e la sensualità della celebre partitura, in un’opera visionaria tra sacro e profano.

Un viaggio tra le suggestioni del popolare ballo argentino con “Astor – Un secolo di Tango” del Balletto di Roma (11-12 marzo): un omaggio al grande compositore, tra gli artefici del nuevo tango, con un “concerto di danza” dove un soffio, un respiro, un gesto compongono un inedito ritratto d’artista. Una coreografia originale, firmata da Valerio Longo, con la regia di Carlos Branca in cui i danzatori, accompagnati da Mario Stefano Pietrodarchi al bandoneón e alla fisarmonica, evocano tra incroci di sguardi e rigorose “figure”, la nostalgia di una patria lontana.

Il mito dell’intemerato seduttore rivive (15-16 aprile) nel “Don Juan” del coreografo svedese Johan Inger per Fondazione Nazionale della Danza / Aterballetto (Premio Danza&Danza “Miglior Produzione” 2020) con drammaturgia di Gregor Acuña-Pohl e musica originale di Marc Álvarez. Una versione originale della vicenda di un infaticabile “collezionista” di donne, alla ricerca di un amore impossibile, ispirata alle opere teatrali di Tirso de Molina e Molière, Bertolt Brecht e Suzanne Lilar: una interessante rilettura di un archetipo antico e moderno, in cui emergono i traumi dell’infanzia e la paura del distacco e della perdita, alle radici della sua inquietudine.

La campagna abbonamenti per la Stagione 2022-2023 de La Grande Prosa e Danza prosegue presso la Biglietteria del Teatro Massimo di Cagliari (in via E. De Magistris n. 12), aperta dal lunedì al venerdì dalle 15:30 alle 19:00: in vendita i nuovi abbonamenti.

Per informazioni: cell. 345/4894565 – e-mail: [email protected] – cedacsardegna.it.

Tags: CagliariCedacdanzaprosaTeatro Massimo
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