Si prepara a sbarcare a Valledoria il nuovo libro di Beppe Severgnini, “Socrate, Agata e il futuro. L’arte di invecchiare con filosofia”, pubblicato da Rizzoli. Mercoledì 9 luglio alle 19:00, l’autore presenterà il volume all’Imbarcadero Foce del Coghinas, in un incontro pubblico per la rassegna “Scrittori a piede Lìberos” che lo vedrà in conversazione con Gianni Garrucciu. La serata sarà arricchita dagli interventi delle ragazze del Servizio civile universale.
Nel libro, Severgnini propone una riflessione sulla vecchiaia e sul modo di affrontarla con consapevolezza. Al centro del racconto c’è il rapporto con la nipotina Agata, che l’autore descrive come portatrice di «gioia, disordine e lungimiranza». È proprio attraverso questo legame che Severgnini esplora il significato del tempo che passa e il valore della terza età.
«Bisogna indossare con eleganza la propria età. Qualunque età. Ma, nella terza parte della vita, occorre massima attenzione», afferma l’autore. Il volume richiama un’antica lezione dell’induismo, secondo cui la vita si suddivide in quattro fasi: la prima dedicata all’apprendimento, la seconda alla realizzazione personale, la terza alla trasmissione della conoscenza e l’ultima alla preparazione al congedo, caratterizzata da un distacco progressivo dalle cose materiali.
Severgnini sottolinea come, oggi, molti fatichino ad accettare questa visione. Nonostante l’età, alcuni continuano a cercare ruoli, riconoscimenti e vantaggi sociali, incapaci di rallentare, ascoltare e restituire quanto ricevuto.
Nel libro, la nipotina Agata diventa una figura simbolica, insegnando anche attraverso il disordine quotidiano — come quando mette i palloncini sul busto di Socrate — a guardare la vita con occhi diversi. L’autore invita a riflettere su ciò che davvero resta nel ricordo degli altri: «Le cose per cui verremo ricordati – scrive – non sono le cariche che abbiamo ricoperto e i successi che abbiamo ottenuto. Sono la generosità, la lealtà, la fantasia, l’ironia. La capacità di farsi le domande giuste».
Il messaggio è chiaro: «Don’t become an old bore, non diventare un vecchio barbogio». Indossare con eleganza la propria età, secondo Severgnini, significa riconoscere il valore della gentilezza, accettare gli insuccessi, coltivare la pazienza, circondarsi di persone brillanti e frequentare luoghi che stimolino nuove idee. È un invito a cedere il passo quando necessario, lasciando spazio e fiducia alle nuove generazioni.
Beppe Severgnini, nato a Crema, è editorialista del Corriere della Sera dal 1995. Fondatore del forum “Italians” e già direttore del settimanale 7, scrive come opinion writer per The New York Times dal 2013 ed è stato corrispondente per The Economist in Italia. Autore di numerosi bestseller, tra cui “Inglesi” (1990) e “Italiani si rimane” (2018), ha raggiunto il successo internazionale con “La testa degli italiani” (2005), incluso nella classifica dei bestseller del New York Times. Dal libro “La vita è un viaggio” (2014) ha tratto anche uno spettacolo teatrale.
































