Sabato 6 settembre, Laconi ospita la presentazione del nuovo libro in lingua sarda di Giuseppe Corongiu, scrittore nativo del centro del Sarcidano. L’appuntamento è fissato alle ore 18:00 presso sa corte del Palazzo Aymerich, all’interno del Menhir Museum, che patrocina l’iniziativa.
Il libro, una raccolta di racconti nuovi e riproposti, affronta il tema delle tensioni militari e dei conflitti che attraversano la società e gli individui. L’opera, dal titolo “Gherras”, prosegue la linea culturale già sperimentata dall’autore, che utilizza la lingua sarda per rappresentare l’attualità e la contemporaneità, evitando riferimenti a tematiche tradizionali o folkloristiche. L’opera esplora diverse dimensioni del conflitto, dalle guerre planetarie fino alle tensioni quotidiane della società e delle relazioni familiari e personali.
Il libro si apre con il racconto “Violamentu”, incentrato su uno stupro di guerra ai danni di donne ucraine sul campo di battaglia, e prosegue con “Su tzilleri di Hamas e Israele”, ambientato tra le nebbie alcoliche di un bar dello sport e conclusosi in omicidio, a simboleggiare tutti i conflitti insensati e folli, come quello mediorientale. In altri racconti emerge l’idea di un impero futuro che domina i popoli, non solo con la forza militare ma anche attraverso il controllo della cultura e dell’identità dei soggetti assoggettati. La fantascienza diventa così uno strumento per parlare della Sardegna contemporanea, immaginata come colonia penale in lotta per le risorse naturali.
Tra i tratti caratteristici dei racconti vi sono l’ironia, il sarcasmo e la leggerezza, che Corongiu porta anche nelle presentazioni pubbliche, offrendo ai partecipanti una riflessione accompagnata da momenti di leggerezza. La lingua sarda, ricca e strutturata, assume qui un ruolo identitario e liberatorio, utilizzata con sintassi e lessico letterari ma accessibile nella comprensione. Attraverso questi racconti, l’autore traccia un affresco realistico e crudo del mondo, ma lascia intravedere percorsi di speranza, riscatto e catarsi, spesso attraverso la risata o la riflessione sul paradosso della condizione umana.
Ogni racconto offre al lettore l’opportunità di confrontarsi con paure e speranze personali. L’individuo è chiamato a misurarsi con conflitti interiori ed esterni, in un percorso di scoperta dell’animo umano e della ricerca di soluzioni e riscatto. La Sardegna, raccontata nella sua lingua, diventa metafora universale e microcosmo che riflette le tensioni globali, mostrando come l’esperienza dell’isola possa servire da “astronave” per comprendere mondi contemporanei e futuri.
Giuseppe Corongiu, ex giornalista e dirigente della Pubblica Amministrazione, ha dedicato gran parte della sua carriera alla promozione della lingua sarda e delle minoranze linguistiche. Ha ricoperto il ruolo di responsabile delle politiche linguistiche regionali dal 2004 al 2014 e ha promosso numerosi progetti culturali, tra cui il premio europeo delle lingue regionali Ondras e il Decalogo dei Talenti Sardi all’Estero. La narrativa rappresenta per lui un ulteriore spazio di espressione: “Gherras” è la sua terza opera in lingua sarda, dopo “Metropolitània e àteros contos tòpicos, distòpicos e utòpicos” (2019) e “S’intelligèntzia de Elias” (2022).
