Il piccolo comune di Martis, in Anglona, si prepara ad accogliere la IV edizione dell’Ethno’s Festival, un evento che abbraccia letteratura, arte, performance e teatro e che quest’anno celebra il centenario della morte di Franz Kafka. Il festival è organizzato dall’Associazione Elighe Aps con il patrocinio del Comune di Martis e il sostegno della Regione Sardegna, della Camera di Commercio tramite il programma Salude&Trigu, e dell’Unione dei Comuni dell’Anglona e Bassa Valle del Coghinas. Parte del Centro per il libro e la lettura del Ministero della Cultura, Ethno’s Festival rappresenta un’opportunità unica di rinascita culturale per i piccoli centri della Sardegna.
L’edizione di quest’anno ruota attorno al concetto di metamorfosi, tema centrale dell’opera di Franz Kafka, reinterpretato in chiave personale e sociale attraverso gli eventi in programma. La manifestazione, che si svolgerà dall’8 al 29 novembre, include cinque serate diverse e suggestive, durante le quali la metamorfosi viene interpretata come simbolo di cambiamento. La serata inaugurale dell’8 novembre, al Museo Paleobotanico di Martis, vedrà l’introduzione del tema a cura di Giovanni Campus, con una performance musicale e recitativa che include la voce di Maria Paola Cordella, il sax di Enzo Favata con le musiche del Maestro Luigi Frassetto. Gli spettatori saranno guidati in un viaggio attraverso la trasformazione di Kafka e il suo significato storico e culturale.
Ethno’s Festival presenta un cartellone variegato che include reading, spettacoli e concerti di artisti di fama nazionale. La serata del 9 novembre vedrà Valerio Aprea esibirsi nel reading “Aspettando l’apocalisse”, uno spettacolo scritto da Marco Dambrosio, in arte Makkox, che affronta temi legati alla nostra società con un’ironia graffiante. Il 16 novembre, Davide Toffolo dei Tre Allegri Ragazzi Morti si unirà al producer Arrogalla in un concerto disegnato che esplora la fauna sarda, una performance che unisce suoni naturali, musiche e immagini per creare un’esperienza sensoriale unica.
Il programma del festival prosegue il 22 novembre con “La malattia dell’ostrica”, uno spettacolo in cui Claudio Morici analizza in chiave ironica le vite di grandi scrittori e il loro rapporto con la creatività e la sofferenza. Il 23 novembre sarà la volta della cantante Ginevra Di Marco, che interpreterà i brani di Luigi Tenco offrendo una rilettura contemporanea delle sue canzoni, rispettosa dello spirito originale ma ricca di nuova sensibilità.
Ethno’s Festival non è solo performance: sono previsti anche laboratori creativi e attività didattiche per bambini e adulti, che si terranno in collaborazione con scuole e biblioteche del territorio. Gli studenti delle scuole primarie parteciperanno a percorsi tematici e laboratori creativi curati dalla pedagogista Silvia Piga, che guiderà i bambini in attività legate al tema della metamorfosi, offrendo un’esperienza educativa e coinvolgente. Il festival si arricchisce anche di attività rivolte agli anziani nelle case di riposo, dove verranno proposte letture dei miti di Ovidio e dei riti locali, che riporteranno alla luce le memorie di un passato sardo in continua trasformazione.
L’ultima settimana di Ethno’s Festival riserva una serie di appuntamenti speciali. Il 28 novembre, presso il Museo Paleobotanico, Giovanni Fancello e Sara Chessa presenteranno il libro “Grazia Deledda e il cibo. Da Omero ai giorni nostri”, dialogando con Mauro e Nino Tedde e offrendo un interessante spunto culturale sulle tradizioni enogastronomiche sarde. La chiusura del festival, il 29 novembre, sarà affidata a Denise Gueye e Marco Carta, che renderanno omaggio a Federico García Lorca con uno spettacolo che unisce la musica spagnola tradizionale con le composizioni originali di Gueye.
Ethno’s Festival: un modello di rinascita culturale per la Sardegna
Ethno’s Festival rappresenta una significativa opportunità di rinascita culturale per Martis e, più in generale, per i piccoli centri della Sardegna. Con poco più di 400 abitanti, Martis diventa il centro di un progetto ambizioso che punta a promuovere la cultura, l’arte e la letteratura come strumenti di trasformazione sociale e crescita collettiva. La manifestazione, che coinvolge attivamente la comunità locale e gli operatori culturali del territorio, si propone come modello replicabile in altri piccoli centri, confermando come la cultura possa superare i confini fisici e trasformare anche i luoghi più remoti.
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