Venerdì 6 giugno alle 18.30, nella Sala Conferenze della Fondazione Alghero, in Piazzale Lo Quarter ad Alghero, si terrà la presentazione del libro “Apnea. Scritti sul cinema” di Salvatore Mannuzzu, edito da Angelica editore. L’evento è promosso dalla libreria Cyrano, dalla Società Umanitaria di Alghero e dal festival letterario “Dall’altra parte del mare”. A dialogare sul volume saranno Giusy Salvio, Alessandro Cadoni e Sante Maurizi, in un incontro che intende restituire al pubblico un ritratto meno noto di Mannuzzu, autore che nel corso della sua carriera ha intrecciato la scrittura narrativa, l’impegno politico e la riflessione critica sul cinema.
Salvatore Mannuzzu, scomparso nel 2019, è stato una delle voci letterarie più riconoscibili del secondo Novecento italiano. Nato nel 1930, è stato magistrato e poi deputato per tre legislature, dal 1976 al 1987. Ha esordito nella narrativa nel 1962 con “Un dodge a fari spenti”, pubblicato da Rizzoli con lo pseudonimo Giuseppe Zuri. Ma è con “Procedura”, uscito per Einaudi nel 1988, che acquista notorietà anche a livello nazionale. Seguono, tra gli altri, “Un morso di formica” (1989), “La figlia perduta” (1992), “Il terzo suono” (1995), “Alice” (2001), “Snuff o l’arte di morire” (2013) e “Testamenti” (2017), l’ultima opera pubblicata in vita, edita da Il Maestrale. Nel 1997, sempre per Einaudi, esce la raccolta poetica “Corpus”, che riunisce testi scritti tra gli anni Cinquanta e Novanta.
“Apnea. Scritti sul cinema” raccoglie testi che coprono un arco temporale di oltre cinquant’anni. Al centro del volume ci sono due saggi scritti all’inizio degli anni Sessanta, nei quali l’autore — allora ancora firmandosi come Giuseppe Zuri — recensiva Banditi a Orgosolo di Vittorio De Seta e Divorzio all’italiana di Pietro Germi, sulle pagine della rivista Cinema Nuovo. Sono interventi che rivelano, già in quella fase iniziale, uno sguardo consapevole e originale, capace di cogliere il valore artistico e sociale dell’opera cinematografica.
Accanto a questi testi giovanili, il libro include una selezione di articoli, interviste e schede critiche scritte da Mannuzzu nel ruolo di giurato del Premio Solinas nel 1986. Ne emerge una visione del cinema che non si limita alla superficie del racconto visivo, ma che analizza i film come strumenti per leggere il tempo, la società e le trasformazioni culturali.
“Il cinema era quell’apnea, in quel buio unico al mondo; quella piccola droga quotidiana, quella giusta porzione di solitudine, dal sapore amaro e insieme non solo amaro (a suo modo, forse, persino dolce)”. Con queste parole, Mannuzzu descriveva il rapporto personale con il cinema, inteso come spazio intimo e collettivo allo stesso tempo, rifugio e stimolo, osservatorio e memoria. I testi contenuti in Apnea rivelano una competenza che si alimenta di una profonda conoscenza cinematografica e letteraria. Mannuzzu interpreta il film non solo come opera d’arte, ma come prodotto culturale in grado di riflettere e interrogare i contesti storici in cui nasce.
L’ingresso all’evento è libero e aperto al pubblico.
































