Come i libri raccontano, tra il 1938 e il 1945 l’Italia fu travolta dalla Seconda Guerra Mondiale, il più grande conflitto armato della storia. Essa non solo fu causa della perdita di tante vite umane, ma anche terreno di sviluppo per il totalitarismo fascista, regime dittatoriale basato su un’unica ideologia e una sola fazione politica; grazie al carisma del fondatore Benito Mussolini, tale concezione trovò nel tempo svariati consensi, ma allo stesso tempo anche voci di dissenso, che si fecero sentire da ogni parte della penisola. Direttamente dalla Sardegna risuonò forte quella di Emilio Lussu,importante esponente nella lotta contro la dittatura.
Emilio Lussu nacque ad Armungia (SU) il 4 dicembre 1890 dalla coppia di proprietari terrieri Giovanni Lussu e Lucia Mereu. Una volta conclusi gli studi superiori, nel 1910 si iscrisse alla facoltà di Giurisprudenza di Cagliari, dove si laureò 5 anni dopo; fu proprio durante il periodo universitario che si approcciò anche al mondo militare, giacché tra il 1912 e il 1913 trascorse più di un anno vestendo l’uniforme. Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale tornò ad indossare la divisa e si schierò in prima linea nella difesa delle trincee alleate. Durante il suo impegno militare ricevette diversi titoli, divenendo prima ufficiale di complemento ed infine capitano di fanteria della Brigata Sassari, composta principalmente da pastori e contadini sardi.
Il primo conflitto bellico fu per Lussu un’esperienza illuminante, in quanto ebbe modo di acquisire consapevolezza su alcuni risvolti particolarmente sottovalutati. Difatti, gli anni tra il 1915 e il 1918 furono significativi sotto il profilo umano e sociale, in quanto ebbe la possibilità di sperimentare il classismo e l’iniquità dei comandi superiori verso i combattenti semplici. Questa presa di coscienza lo portò a maturare una propria riflessione e il desiderio di agire concretamente per cambiare le cose. L’occasione gli si presentò negli anni ‘20, momento di forte tensione per la Sardegna a causa del diffondersi di tendenze autonomiste; queste, infatti, rifiutavano il governo vigente e reclamavano un cambiamento a favore delle classi meno abbienti. Nel tentativo di assecondare tali richieste, nel 1921 egli fondò il Partito Sardo d’Azione, che raccolse circa 1/3 dei consensi nell’isola.
Malgrado il discreto successo, in quel periodo il progetto di Lussu si dovette confrontare con un altro popolare fenomeno politico, ossia il Partito Nazionale Fascista. L’ostilità tra le fazioni culminò nel 1922 in concomitanza di uno sbarco fascista ad Olbia, contrastato da un gruppo paramilitare del Partito Sardo d’Azione; bloccata la controffensiva sardista, gli avversari prevalsero e nell’ottobre 1922 il Partito Sardo d’Azione fu soppresso. Nel frattempo, Lussu – che era stato esiliato presso l’isola siciliana di Lipari – riuscì a scappare a Parigi e nell’agosto 1929 istituì il movimento antifascista Giustizia e Libertà, avente lo scopo di informare sulle vere intenzioni della propaganda mussoliniana. Ciononostante, nel 1940 egli dovette lasciare la Francia per via dell’invasione nazista e per qualche tempo si spostò per l’Europa. Tra il 1942 e il 1943 tornò in Italia, prendendo parte alla Resistenza romana.
Decaduta la dittatura, nel 1945 Lussu ebbe finalmente la possibilità di rientrare in Sardegna, dove diede seguito ad una florida carriera politica. Divenuto membro dell’Assembla Costituente del collegio cagliaritano, nel 1946 entrò a far parte della Commissione dei Settantacinque, creata per redigere una bozza della nuova Costituzione; nel 1948 venne eletto Senatore, nomina riconfermata anche successivamente. Dopo più di un ventennio di attività parlamentare, decise di ritirarsi a vita privata per problemi di salute e si stabilì definitivamente a Roma, dove morì il 6 marzo 1975.
Intellettuale di spessore, Emilio Lussu riportò anche su carta l’evoluzione della propria parabola ideologica e politica: il suo operato ha dato vita ad alcuni scritti assai noti, primo fra tutti il romanzo “Un anno sull’Altipiano”. Edito nel 1937, esso consiste in una raccolta di memorie ispirate al primo conflitto bellico, durante il quale l’autore visse come soldato di trincea ed ebbe modo di constatare la drammatica situazione; altri lavori interessanti sono “La marcia su Roma e dintorni” – incentrato sulla violenza fascista – e “La catena”, in cui si racconta degli anni ‘30. Per la devozione alla causa e l’impegno costante, Emilio Lussu può essere considerato un vero eroe della Resistenza antifascista e un punto di riferimento essenziale per la storia sarda. Ad oggi, i suoi testi continuano ad essere fonte preziosa per ricordare il passato e per trarre continuo insegnamento per il futuro.