“Storia swing intorno a Fernandez” di Laura Magni (Morellini Editore), è un’opera non facile da raccontare, perché andrebbe letta personalmente per coglierne ogni sfumatura, e per immergersi in quella particolare e originale atmosfera creata magistralmente dall’autrice, che non può essere spiegata ma che si può solo vivere, pagina dopo pagina.
In questo romanzo corale, caratterizzato da intriganti flashbacks, seguiamo il destino di un gruppo di personaggi le cui vite si sviluppano in un ampio lasso di tempo: l’opera ha infatti inizio nel 1912 e termina nel 1953; la vicenda è ambientata in diversi luoghi tra la Francia e la Spagna, e la narrazione principale si svolge ad Antibes, città francese in cui vengono raccontate le storie di Lise, Pierre, Fernand, Vivienne e Matèu.
Molto interessante è il flashback che ci conduce nei territori spagnoli dove si compie il cammino di Santiago di Compostela: qui incontriamo Milagros, una giovane donna con al seguito il suo bambino piccolo, Matèu, frutto di una violenza sessuale; durante il suo viaggio ella conosce Gabriel, che decide di prendersi cura di loro – «Faremo il giro del mondo come tre satelliti tu, io e il piccolo».
Scopriamo quindi come i due innamorati mettano insieme una compagnia teatrale dal nome velleitario, “I figli di Ubu”, con la quale, negli anni successivi, girano il mondo portando la loro arte libera, e approdando infine nella città di Antibes – «In questo modo era cresciuto Matèu: felicemente nomade, imparando a montare a pelo, smozzicando pane e vaudeville, prendendo come un fatto naturale le risate e gli applausi durante gli spettacoli che gli Ubu allestivano nelle piazze dei villaggi, nelle radure, sui bordi di un campo o di un fosso».
Tramite un altro salto nel passato che ci porta a Marsiglia, invece, apprendiamo come si sono conosciuti Lise e Pierre e anche il difficile vissuto della donna, cresciuta in povertà estrema, che l’ha portata a diventare meschina e invidiosa. Si racconta poi del loro matrimonio, che sicuramente non è stato celebrato per amore ma per interesse, per poi spingersi in avanti nel tempo e osservare la donna intenta a intrecciare una bizzarra e malata relazione con Fernand, un ingenuo garzone di farmacia.
Lise è uno dei personaggi più peculiari del romanzo: sicuramente non è un’eroina né una figura positiva, in quanto è opportunista e superficiale; nonostante ciò, dà vita a una delle parentesi più interessanti dell’opera, in cui sarà coinvolto in prima persona Fernand, da lei ribattezzato Fernandez per un suo vezzo di rendere tutto più esotico. Egli, nonostante non abbia una grande personalità, in ragione del suo coinvolgimento in un triangolo dagli esiti assurdi si è meritato addirittura una menzione nel titolo del libro; la relazione adultera tra Lise e Fernand provoca infatti un cortocircuito mentale in Pierre, portando a conseguenze fuori da ogni previsione.
È qui che la storia di Lise si intreccia profondamente con quella di Vivienne, il personaggio positivo dell’opera, e il suo totale opposto. Lise è una donna priva di moralità e incapace di provare sentimenti sinceri; Vivienne è invece romantica e sensibile: la sua storia d’amore con l’affascinante attore nomade Matèu, ormai cresciuto, è impetuosa e passionale ma non ha lunga vita.
Nessuno ha mai compreso il motivo della loro rottura, compreso il lettore, che deve arrivare alla fine di questa appassionante storia per scoprire come a volte gli esseri umani siano delle creature malvagie, capaci di gesti spietati. Nonostante ciò, la luce dell’amore e della speranza continua a brillare: come lo swing menzionato nel titolo dell’opera, infatti, la vita è composta tanto di luci quanto di ombre, di movimenti lenti e poi agitati, di aderenza alle regole e di folli improvvisazioni.
































