Bentrovati amici lettori,
oggi vi parlo di un libro diverso dal solito, non si tratta di un’opera di narrativa ma di un volume di Storia dell’Arte il cui titolo evoca ricordi non troppo lontani: “Mario Mirko Vucetich (1898-1975). Architettura, scultura, pittura, disegno” di Andrea Speziali, edito da Silvana. Per la lettura suggerisco un brano degli Incognito featuring Mario Biondi and Chaka Khan “Lowdown”.
Molti di voi lettori sanno che ho studiato Architettura quindi potete immaginare quale emozione sia stata per me ricevere un volume di questo tipo, la copertina è bellissima e l’edizione è curata nei minimi dettagli.
La prefazione è stata scritta da Vittorio Sgarbi e dico già tutto, perché se un gigante della storia dell’arte italiana ha partecipato alla diffusione di un progetto di queste dimensioni è solo grazie al grande valore di questo artista poco conosciuto, ma anche dell’autore Andrea Speziali classe 1988 che si è distinto nel panorama nazionale come massimo esperto d’arte Liberty e curatore di molteplici mostre e pubblicazioni in campo artistico. In campo internazionale come attivista nella ricerca, studio e valorizzazione in veste di divulgatore scientifico dell’affascinante corrente artistica Art Nouveau.
Sinossi: Il volume accoglie il primo studio monografico dedicato a Mirko Vucetich, un artista originale di grande versatilità, il cui nome, legato a grandi successi in vita, merita oggi di essere debitamente ricordato.
Di origini dalmate e vicentino d’adozione, Mario Mirko Vucetich (Bologna, 1898 – Vicenza, 1975) si è distinto come architetto, offrendo una personale interpretazione del gusto Liberty e Art Déco in diverse costruzioni come Villa Margherita al Lido di Venezia, Villa del Meloncello e Masé Darì a Bologna, Villa Meriggiani in Somalia, Villa Scalera a Bacoli o l’innovativa Villa Antolini a Riccione. La sua esuberanza artistica ha dato ottime prove in campo scultoreo, accogliendo suggestioni dapprima simboliste, poi legate alla poetica del Novecento. Dedito anche alla pittura e al disegno, ha partecipato in diverse edizioni alla Biennale di Venezia e alla Quadriennale di Roma. Personalità curiosa e poliedrica, Vucetich è stato inoltre poeta, traduttore, scenografo, regista e attore: uno dei suoi lasciti più conosciuti è la celebre ‘Partita a Scacchi’ con personaggi viventi di Marostica, ideata nel 1923 ma da lui riprogettata nel 1954 con un grande apparato che l’ha resa il grande spettacolo di successo che è ancora oggi. Il volume, scandito in capitoli tematici, accoglie un ampio catalogo iconografico ed è completato da un regesto delle opere.
Si potrebbe pensare ad Andrea come ad un ragazzo cresciuto in una famiglia di artisti, invece i genitori lavorano in tutt’altro ambito, con una passione innata che fin da ragazzino ha influito prima nella scelta del liceo e poi alla realizzazione della sua tesina di diploma.
Ho avuto il piacere di parlare con lui, e ho scoperto molto sulla nascita di quest’opera, la fatica e il tempo che ha dedicato alla realizzazione di un unicum. Consiglio questo volume a tutti gli amanti dell’Art Nouveau, l’architettura, la scultura o semplicemente gli appassionati dell’arte in tutte le sue forme, perché Mario Mirko Vucetich è una figura poliedrica.
Di seguito l’intervista all’autore, vi auguro buona lettura.
Aurora Redville
Come è nata la passione per l’Architettura liberty?
Chiaramente sono rimasto affascinato dall’ingegno di questi architetti che a inizio ‘900 hanno saputo raccontare con linee sinuose e seducenti “a colpo di frusta” tutta la bellezza di un movimento chiamato Art Nouveau, attraverso i colori, le forme e le tonalità, i modi di progettare gli spazi interni di queste sontuose ville, ma anche dalle forme d’arte e artistiche come mobili, arredi e arti grafiche che ancora oggi affascinano il pubblico di tutte le età, soprattutto anche i più giovani.
A parte Vucetich quali artisti apprezzi maggiormente di questo panorama?
Sicuramente per Vucetich ho un debole perché è stato una vera e propria scoperta nel panorama internazionale, un vero gigante del ‘900 di cui sono riuscito a scovare e ad aprire un tesoro fino a ieri sconosciuto ma inedito, ho un debole anche per tutta l’arte di Aleardo Terzi, ma anche Giuseppe Parenti, Klimt anche se è molto scontato portai un suo dipinto in una mia mostra; è interessante la figura di Giorgio Kienerk, Giuseppe Sommaruga, Mazzucotelli… loro entrano nella rosa di quelli che ho nel cuore.
Per te che cosa ha significato la realizzazione di questo volume?
È il risultato di una storia tutta italiana che coinvolge più protagonisti, a partire da Vucetich, gli eredi Maurizio e Maria Grazia Breganze, vicentini e custodi di questo tesoro inedito, ma anche tanti artisti (spesso di Vucetich) come Neri Pozza, Boccioni, Depisis che insieme verranno riuniti in una mostra che si farà a dicembre ai magazzini del sale di Cervia dal titolo “Inedito ‘900 nella collezione Breganze”, dove sveleremo al pubblico in maniera viva tutte le opere. Prezioso l’aiuto dell’amico Sgarbi che mi ha supportato in tante mie battaglie, soprattutto quella più comune: la valorizzazione del bello e dell’inedito.
Qual è l’aspetto dell’arte del Vucetich che a te piace maggiormente? L’architettura, la pittura o la scultura?
Sono due cose che vanno distinte, perché l’architettura ha un suo fascino e la pittura ne ha un altro, di Vucetich amo il GENIO, senza indicare una cosa particolare, la genialità di trasformare un qualcosa di comune in un’opera d’ARTE. Basti pensare alla famosissima “Partita a Scacchi” di Marostica di cui lui è autore, progettando le sue architetture dalla A alla Z, dal dettaglio al complesso.
Mi ha colpita molto la tua ricerca delle opere del Vucetich in giro per l’Italia, l’Europa e gli Stati Uniti, cosa ti è rimasto di questa avventura?
In ogni viaggio, ogni percorso o tragitto ho conosciuto svariate persone, ognuna con una propria storia, con cui ho condiviso esperienze e interessi. Con alcuni di loro sono ancora in contatto, apprezzo molto l’aspetto della condivisione e delle storie perché sono quelle che fanno valorizzare un po’ il tutto.
Che messaggio volevi lanciare con questo volume, oltre quello artistico?
Sicuramente far capire che per tanti anni il 90% delle varie esposizioni sono un tritacarne di cose conosciute e riconosciute, questo è un messaggio per dire: “svegliamo quello che è l’inedito, il bello, quello che ancora se n’è parlato poco o per niente”. Proprio per questo l’associazione Italia Liberty, di cui sono Presidente, ha voluto realizzare un lavoro su Vucetich, perché effettivamente era un gigante che raramente trovava spazio nei libri e nelle pubblicazioni perché nessuno conosceva la sua storia.
Quanto hai impiegato a raccogliere tutte le informazioni riguardo Vucetich?
È un lavoro di 12 anni. Ho concluso proprio con quest’opera, pensa che ho scovato la lanterna originale che apparteneva a Villa Antolini e fu rubata, come disse la proprietaria dell’epoca la signora De Angelis. L’ho trovata per caso come fosse un segno del destino, non sono riuscito a metterlo nel libro perché ci sono delle ricerche in corso però mi è stata confermata la provenienza e adesso seguiranno delle vicende.
Questo volume verrà utilizzato a livello universitario? Era uno dei tuoi obbiettivi?
Non era proprio questo il mio obbiettivo ma sicuramente sarà usato per questo settore.