Domani, venerdì 15 ottobre 2021, è il giorno in cui “Vampiri Urbani”, nuova opera letteraria firmata dal sassarese Paolo Lubinu per Catartica Edizioni (collana Urban Jungle), vede la luce e assale scaffali delle librerie, conscio e inconscio della mente dei lettori che sceglieranno di leggerlo. Che sceglieranno di scommettere sul non convenzionale. Che accetteranno la sfida del disturbante e del coinvolgente. Del disordine, del diverso, del conturbante. Che si caleranno nel viaggio narrato in forma di racconti da Lubinu, seguendo un filo conduttore sconvolgente, e riconoscibile.
Vampiri Urbani esce domani in libreria, sarà presentato a fine mese in un evento immaginato ad hoc, ma già lascia il segno. Titolo. Immagine di copertina. Attese. Elementi che si fondono ad un narrare tanto dispotico quanto realistico. Ruvido e duro, talmente tanto da arrivare dritto come un gelido fulmine al cervello e possente come un forte pugno alla bocca dello stomaco.
Vampiri Urbani è un libro di racconti che risultano unitari. Bizzarri capitoli di un romanzo non convenzionale. Lo dicono le pagine, non lo definisce una etichetta preimpostata. Temi e ambientazioni sono ricorrenti: la scena è New Orleans, quartiere di confine di una qualunque delle nostre città. Quartiere popolato da disagiati e strambi d’ogni tipo, magari abbelliti nell’animo e nelle aspirazioni ma mai troppo accomodanti e gentili. Chi sono queste anime che popolano questo paradiso formato inferno? Prostitute geniali e truffatori e sognatori. Attori sulla scena di un libro che sul fronte della narrativa e dello stile non fa sconti. A nessuno. La metamorfosi come momento di liberazione assoluta o di distruzione assoluta. Libertà e palesi condizioni di svantaggio. Rifiuto dell’ordine cognitivo, politico, sociale, logico. Estremo e finzione. Bellezza intesa come combinazione vincente intrisa di lordure che cambia le carte in tavola e cambia la vita. Il pericolo, percepito lungo l’incedere del narrato nella spirale che porta alla conclusione del libro. Una deflagrazione finale. Un incendio.
“Essere un vampiro, un mostro, è l’unica vera chance di libertà rimasta al mondo. Ma bisogna vivere a New Orleans per capirlo. New Orleans è il quartiere dei disagi e dei disagiati, degli immigrati e dei pazzi. È molto probabile sia nella città che viviamo e abitiamo. In quel quartiere, New Orleans, il lettore potrà incontrare Denise, una mayasa buona che regala sogni paradisiaci ai tossici in overdose, alle prostitute e ai trans che non ne possono più della città e dei c**** degli altri. E ancor Eva, Signorina e Porcello, oltre ad altri gentili antisociali che aiutano a cambiare, a trasformarsi, a diventare il geniale mostro che ognuno è nel suo profondo. Casomai foste interessati, nel quartiere c’è una speciale agenzia funebre che offre sepolture e funerali anticipati a depressi cronici e sognatori molesti. Perché bisogna lasciarsi seppellire almeno una volta per essere liberi. Per questo, se non credete nell’ordine e nella vacua normalità, sarete sempre i benvenuti. Altrimenti evitate di mettere piede a New Orleans”.
Paolo Lubinu è direttore editoriale di Underground X, popolare e diffusissima rivista di musica e cultura indipendente fondata nel 2010 sulle cui pagine sono apparsi fumetti e racconti a firma dell’autore.
Nel 2014 proprio per Underground Experiment esce la sua raccolta illustrata Racconti Urbani, l’anno successivo è la volta del suo primo romanzo Jesù Cristu ‘Etzu, esperimento bilingue ai limiti della legalità.