Il nuovo romanzo della scrittrice anglo-australiana Emilia Hart, “Sirene”, pubblicato da Fazi Editore, rappresenta un’opera di grande spessore che unisce la forza della storia con un mistero che attraversa epoche diverse. Fin dalle prime pagine, l’autrice riesce a coinvolgere il lettore in un viaggio emotivo e sensoriale, ambientato tra le fredde acque del passato e il tormentato presente di quattro donne. Il testo non si limita a raccontare la vita di queste protagoniste, ma esplora profondamente le cicatrici della storia, le ingiustizie subite dalle donne e i segreti nascosti nel mare.
Il libro prende avvio da un contesto storico affascinante e doloroso. Nel 1788, una flotta britannica approdò sulle coste australiane per creare una colonia penale, trasportando prigionieri in condizioni disumane, tra cui un significativo numero di detenuti irlandesi. Nel corso dei successivi ottant’anni, le autorità britanniche trasferirono migliaia di persone nel nuovo continente. Questo fatto storico, che getta le basi del racconto, è utilizzato dalla Hart come cornice per la storia di quattro protagoniste femminili: Mary, Eliza, Lucy e Jess. La scelta di iniziare con cenni storici dona subito profondità al romanzo, che si sviluppa su tre piani temporali distinti, permettendo al lettore di immergersi in epoche diverse ma legate da un filo rosso comune.
Mary, vissuta nel 1800, insieme a sua sorella Eliza è una delle donne a bordo della nave che dall’Irlanda trasporta prigioniere verso la colonia del Nuovo Galles del Sud. Le condizioni a bordo sono estreme, le detenute costrette a sopportare mesi di viaggio in condizioni disperate, un riflesso delle ingiustizie e delle sofferenze di cui molte donne sono state vittime nella storia. Le due sorelle sono unite da un segreto che riguarda il loro legame con l’acqua: al contatto con essa, la loro pelle sviluppa spaccature grigiastre e luccicanti, un fenomeno che rimanda a un retaggio misterioso. Questa stessa condizione colpisce anche Lucy e Jess, le protagoniste del presente, suggerendo una connessione che va oltre i confini del tempo.
Il racconto di Lucy prende avvio nel febbraio 2019, quando, dopo il ritrovamento del diario di sua sorella Jess, la donna viene catapultata nel passato oscuro della sua famiglia. L’intreccio tra il presente di Lucy e il passato di Mary ed Eliza rende la narrazione densa di tensione e colpi di scena, mentre la Hart riesce magistralmente a dosare gli elementi fantastici e realistici, mantenendo alta la suspense fino all’ultimo.
L’oceano ha le sue caverne silenziose.
Nathaniel Hawthorne, “L’Oceano”
La vera magia di “Sirene” risiede nella capacità dell’autrice di far convivere realtà e mito. Il titolo stesso evoca una suggestione marina che attraversa tutto il romanzo, eppure il lettore è spinto a chiedersi quale sia il vero significato dietro questa scelta. Le sirene non sono solo creature mitologiche, ma diventano metafore di una condizione femminile di prigionia e isolamento, costrette a sopportare le onde della storia senza poter sfuggire al loro destino. La malattia misteriosa che affligge le protagoniste rappresenta non solo una peculiarità fisica, ma un simbolo delle cicatrici che la società impone alle donne, spesso costrette al silenzio e alla sofferenza.
Emilia Hart è abile nel delineare personaggi ricchi di complessità emotiva e psicologica. Le quattro protagoniste, pur vivendo in epoche diverse, condividono un destino che le lega indissolubilmente, e la narrazione alternata tra le loro voci offre uno sguardo profondo sulle loro lotte interiori. La Hart riesce a costruire una storia avvincente, mescolando elementi storici e fantastici con grande maestria, senza mai far perdere di vista il nucleo emotivo della vicenda.
Tutta la storia si basa su un mistero che l’autrice non svela fino alla fine lasciando al lettore il piacere di scoprire lentamente la verità, garantendo un finale mozzafiato che non delude. Il romanzo si chiude con una sensazione di appagamento, lasciando però spazio a riflessioni più profonde sul ruolo delle donne nella storia e sulle sofferenze invisibili che ancora oggi le affliggono.
In conclusione, “Sirene” di Emilia Hart è un romanzo che merita di essere letto per la sua capacità di unire storia, mitologia e introspezione psicologica, restituendo un ritratto potente e struggente delle donne di ieri e di oggi.
Per immergervi completamente nella storia, vi suggerisco di leggere questo romanzo accompagnati dalle dolci melodie di Enya. È stata una delle letture che più mi ha emozionato quest’anno.
Buon viaggio tra le pagine!