Arte e memoria tessile: al Museo Etnografico Regionale di Cagliari la mostra di Ruben Montini

Fino al 14 aprile, la Collezione Luigi Cocco ospita “Cosa resta di noi, Cosa resterà di me”, un’esposizione che intreccia memoria culturale e innovazione attraverso l’arte contemporanea e la tradizione tessile sarda

Mostra “Cosa resta di noi, Cosa resterà di me” di Ruben Montini. ? Nicola Morittu

? Nicola Morittu

Fino al 14 aprile al Museo Etnografico Regionale “Collezione Luigi Cocco”, situato all’interno della Cittadella dei Musei di Cagliari, è visitabile la mostra “Cosa resta di noi, Cosa resterà di me” di Ruben Montini. Curata da Efisio Carbone, Direttore del Polo Museale ISRE, l’esposizione propone un confronto tra arte contemporanea e tradizione artigianale attraverso quattro tappeti, che si fanno veicolo di una riflessione sulla memoria culturale e sulle sue trasformazioni nel tempo.

L’artista oristanese esplora il tema della conservazione delle testimonianze storiche, evidenziando come la tradizione non sia un’eredità statica, ma un processo dinamico che si intreccia con il presente. La mostra pone in dialogo il recupero delle tecniche tessili tradizionali con una prospettiva artistica contemporanea, sottolineando il concetto di soggettivo-collettivo, già espresso da Maria Lai quando descriveva l’arte come un gesto individuale che custodisce secoli di esperienze condivise.

I tappeti esposti rappresentano questo concetto in forme diverse. Tre, intitolati “Cosa resta di noi”, sono stati realizzati in lana con l’antica lavorazione a “pibiones” dalle tessitrici della Cooperativa Su Trobasciu di Mogoro, che da oltre quarant’anni tramanda il sapere artigianale sardo. Il quarto, “Cosa resterà di me”, è realizzato in broccato, una tecnica più complessa che richiama tradizioni ancora più antiche. Più che semplici manufatti decorativi, queste opere tessili raccontano storie di comunità e identità, traducendosi in un linguaggio visivo che connette passato e presente.

L’esposizione rientra nel progetto “Hanging – Sospesi: Tappeti e arazzi nel pensiero e nelle mani di artigiani, artisti e designer”, che fino a settembre 2025 porterà nel Museo Etnografico le opere di altri creativi, tra cui Nietta Condemi De Felice, Annalisa Cocco e Paulina Herrera Letelier. Gli allestimenti delle mostre sono curati dall’architetto Giovanni Filindeu con Smart Allestimenti.

Il Museo Etnografico Regionale “Collezione Luigi Cocco” conserva circa duemila manufatti della cultura popolare sarda, tra tessili, gioielli, mobili e utensili risalenti tra Ottocento e primo Novecento. È aperto dal martedì alla domenica, con orario 10:00-19:00 fino al 15 marzo e 10:00-20:00 dal 16 marzo. Chiuso il lunedì. Il biglietto d’ingresso costa 3 euro (ridotto 2 euro).

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