Il campionato 2016-17 è finito e, nonostante le contestazioni e le troppe goleade subite, il risultato finale è sicuramente da incorniciare, grazie a un 11° posto che non si vedeva dal 2012-13 e che rappresenta il secondo miglior posizionamento degli ultimi 20 anni. Il valore di questo risultato, già notevole di per sé, è accresciuto ulteriormente dall’essere stato ottenuto con una rosa non particolarmente competitiva e, per di più, funestata dagli infortuni che hanno colpito, tra gli altri, giocatori chiave come capitan Dessena, Ionita, Joao Pedro, Di Gennaro, Murru, Melchiorri e Farias, per non parlare della brutta rottura tra la tifoseria e Storari, che ha portato all’addio di quest’ultimo (le cui conseguenze sono state fortunatamente mitigate dalle buone prestazioni di Rafael).
Una piacevolissima sorpresa, oltre che un fattore determinante per i risultati ottenuti, è stata invece l’esplosione di Borriello che, con un bottino stagionale di ben 16 gol in campionato e di 4 gol in Coppa Italia, ha segnato più di qualunque altro attaccante rossoblù dai tempi di Suazo ed Esposito.
Paradossalmente e nonostante i risultati indiscutibilmente positivi, la stagione è stata caratterizzata dalle continue critiche nei confronti di mister Rastelli, i cui meriti, secondo la tifoseria, sarebbero venuti meno a fronte delle numerose goleade subite ad opera di Juventus, Fiorentina, Inter, Lazio, Napoli e Sassuolo. A discolpa di Rastelli, bisogna sottolineare che il valore di mercato complessivo dei Rossoblù era nettamente più basso di quello delle contendenti (superiore solo a quello di Pescara, Palermo, Chievo e Crotone) e che la squadra era indubbiamente votata più all’attacco che alla difesa (scelta che, visti i risultati, è stata ampiamente ricompensata). Bisogna d’altronde ricordare che, già dalla scorsa stagione, nonostante il primo posto in Serie B, una buona parte dei tifosi rossoblu non ha mai amato granché l’allenatore, reo di esprimere un gioco poco piacevole e di operare scelte tattiche ritenute azzardate e controproducenti.
Detto ciò, non si potrà sicuramente prescindere dal riorganizzare una difesa che, al di là delle menzionate goleade, con 76 reti subite, ha stabilito un poco invidiabile record negativo. La debolezza della difesa si è patita soprattutto lontano da casa: infatti, se al Sant’Elia l’attacco ha dato il massimo (solo chi poteva schierare campioni del calibro di Higuain, Dzeko, Belotti, Immobile, Icardi e Mertens ha segnato più di noi in casa), compensando così le lacune del reparto difensivo, la tradizionale, e forse fisiologica, carestia di reti fuori dalla Sardegna ha fatto sì che solo il retrocesso Pescara facesse peggio di noi in trasferta. Basti pensare che Chievo e Sampdoria, pur non segnando più di noi lontano da casa, con difese più solide hanno conquistato 9-10 punti più del Cagliari in trasferta: punti che, se non avessimo perso per strada, ci avrebbero proiettato addirittura in nona posizione, sopra il Torino di Belotti e Iago Falque. Senza contare che, con una difesa più solida, anche alcune partite in casa sarebbero potute finire diversamente (ad esempio, quelle perse per 3-5 e 2-3 contro Fiorentina e Torino).
Un’ultima nota riguarda la questione stadio: dopo anni di tira e molla, finalmente si fa sul serio e gli operai sono già all’opera per costruire, nei parcheggi del Sant’Elia, un’arena provvisoria che possa ospitare il Cagliari durante i tre anni previsti per la costruzione del nuovo stadio. In attesa di tale opera, che potrebbe aprire scenari europei per il Cagliari, Giulini dovrà sicuramente portare alla corte di Rastelli (che, nonostante le critiche, ha recentemente rinnovato il contratto) dei difensori magari non di caratura internazionale, ma quanto meno d’esperienza, così da non perdere punti per strada e, non meno importante, da evitare contestazioni a seguito di partite che magari non si pretende di vincere, ma dalle quali i tifosi esigono comunque di uscire a testa alta.