Annata travagliata per il GSD Key Estate Porto Torres. Il sodalizio turritano, guidato dal presidente-giocatore Bruno Falchi, dopo la finale scudetto di un anno fa, in questa stagione ha dovuto ridimensionare i propri obiettivi. Si doveva trovare la salvezza ed è stata centrata, con una giornata di anticipo sulla fine del campionato di Serie A di basket in carrozzina. È stata una stagione nata da un’estate in cui il Gruppo Sportivo Disabili Porto Torres ha perso i giocatori più rappresentativi, a partire dalla star statunitense Matt Scott, che pur avendo un accordo ha preferito fare una nuova ed importante esperienza in Germania, per proseguire con i britannici George Bates e Philip Pratt, trattenuti in patria dalla propria Federazione, per preparare al meglio i Mondiali estivi. Così il GSD, che quest’anno ha avuto come primo sponsor l’agenzia immobiliare sassarese Key Estate di Sara Brundu, si è reinventato come ha potuto, in extremis, sapendo di soffrire, ma certo di scendere in campo a dare tutto e vendere cara la pelle in ogni partita, per mantenere la massima categoria. E così è stato, con in campo Falchi ed il suo “compagno di mille battaglie” Luca Puggioni, che è anche vice-presidente della società, con la capitana Beatrice Ion ed il giovane Raimondo Canu, con il pivot “tutto sostanza” Morteza Gharibloo ed il compagno di reparto Simon Munn (a lungo out per un infortunio occorsogli proprio alla vigilia dell’inizio del campionato, durante la disputa della Supercoppa), i playmaker Patrik Nylander e Hussein Haidari (arrivato a metà stagione), Domenico Elia, Zymantas Bucinskas, Oscar Jimenez Gonzalez e Davide Brundu. Le sconfitte sono state tante e anche pesanti, ma il team, guidato prima da coach Tore Cherchi e poi da coach Lamine Sene, ha vinto le gare più importanti, con le dirette concorrenti nella corsa alla salvezza. E le sconfitte, inevitabilmente, sono arrivate anche nei Preliminary Rounds di Champions League, dove però sono arrivati anche quei due punti che hanno mantenuto in corsa i turritani nella Brinkmann Cup, in programma a Sheffield dal 26 al 29 aprile.
Una corsa quasi disperata, tra momenti di tensione e scariche di adrenalina, conclusa con un urlo di gioia e liberazione. Davvero meritato, per tutto il lavoro che questa società svolge, che va ben al di là della mera attività sportiva, ed assume un valore sociale e di integrazione immenso: “È stata una stagione dura – dice il presidente Falchi – e ho capito da subito che sarebbe stata la più difficile da quando ho assunto la presidenza della società. Quell’anno retrocedemmo, è vero, ma non avevo la consapevolezza e l’esperienza di oggi. Stavolta ho avvertito le responsabilità, ho vissuto la paura, ma ho anche trovato la forza di reagire e di superare i tanti momenti di sconforto. Scendere in campo a Bergamo, con la squadra a zero punti, lo scorso dicembre, è stato veramente difficile e lo sarebbe stato per qualsiasi atleta, in più c’erano le responsabilità da dirigente ed il peso di una stagione intera e delle future. Quella vittoria è stata la svolta, che ci ha dato coraggio e fiducia, poi ne sono arrivate altre. Sono ancora frastornato dalla stanchezza, ma voglio spendere due parole per le persone che mi hanno aiutato, che fanno parte direttamente o indirettamente della società, perché non avrei mai retto queste emozioni senza il loro sostegno e nemmeno il peso dei grandi problemi economici che la società sta attraversando. Ora affrontiamo la fase della raccolta fondi ed è la sfida più difficile, perché abbiamo poca considerazione, nonostante questa società possa dare tanto anche in termini di ritorno di immagine. Spero che le persone e le aziende ci ascoltino e sostengano”.
L’urlo di gioia, dunque, rischia di rimanere strozzato in gola. Il GSD ha trovato nella Key Estate, nella NCC 4 Mori di Fabio Arzu e nella Tipografia Gallizzi i propri alleati, però non basta, perché i costi, soprattutto per le trasferte, sono elevati. Proprio per questa ragione, da sempre la società portotorrese ha puntato sull’organizzazione di eventi di vario genere, cene e serate con Pino e gli Anticorpi, che assicurano ormai da tempo il proprio completo sostegno, per “autofinanziarsi”. Ma si cercano anche nuovi partners.