Abbiamo intercettato Gianmario Serra nei locali della storica Gymnasium Boxe Sassari, in via Ardara, dove il due volte campione italiano (2015 e 2016, per la categoria pesi mosca 52 kg) si allena diverse ore tutti i giorni sotto la guida di Manuel Marras. Reduce dall’ultima vittoria di dicembre, prima di cominciare l’allenamento quotidiano Gianmario si sofferma per raccontarci di come la boxe sia tutta la sua vita ma anche del grandissimo impegno che richiede.
Com’è iniziata questa avventura?
È iniziata qualche anno fa quando, con mio fratello, abbiamo deciso di iscriverci in palestra (Gianmario ha un fratello gemello ventiduenne, Federico, anche lui plurititolato e quest’anno campione nella categoria minimosca, 49 kg. Ndr). È sempre stata una cosa che avevamo dentro di noi. Da ragazzini, anche in famiglia ci vedevano molto “accesi”, ci piaceva fare a botte. Così ci consigliarono di intraprendere la strada del pugilato, ricordo che fu mio cognato a parlarmene per primo.
Che tipo di allenamento segui?
Un allenamento duro. È questione di sacrificio: ci si allena mattina e sera tutti i giorni feriali, mentre sabato e domenica si alterna con una corsa e un po’ di stretching, roba più soft. Generalmente mi alleno un’ora la mattina e due ore la sera: tre ore al giorno totali, diciamo. L’allenamento viene fatto per la prima mezzora con un riscaldamento tra braccia, gambe e torso per affrontare poi il sacco, le ripetute, i guanti, lo sparring e così via.
Segui anche una dieta particolare?
Si, una dieta molto particolare: cioè, no aggiu a magnà nudda (ride, ndr). Mangio insalata, pollo, riso e riso integrale. Una dieta per lo più proteica, comunque. Qualche volta posso concedermi 40 o 50 grammi di pasta, che è anche il mio piatto preferito e al quale, di tanto in tanto, cedo. Ma non parliamo di dolci: quelli sono proprio dimenticati, cancellati.
Spostiamoci virtualmente sul ring: ti capita mai di avere paura prima di un incontro?
L’unica paura che ho è quella di non vincere, e questo mi stimola ancora di più a dare il meglio di me. Paura dell’avversario no, non ne ho mai avuta. Quando io salgo sul ring è come se mi spegnessi, non ho mai sentito un colpo. Come se non sentissi dolore.
Cosa è importante riuscire a cogliere nell’avversario quando ci combatti?
Devi dominare sopra l’avversario e vedere come partono i suoi colpi. Devi importi su di lui per fargli partire il colpo che vuoi tu, così lo puoi schivare e rientrare. Sta a te, alla tua velocità e alla tua furbizia cogliere tutti gli attimi. Comunque sono proprio frazioni di secondo.
Hai una tecnica preferita rispetto ad altre?
Mah… Posso dirti: quanto agli atleti concorrenti mi trovo meglio con quelli più fighter che tecnici. Nell’incontro tecnico devi andare a cercare un po’ più a fondo, devi pressare, devi lavorare di più. Invece trovare un fighter semplifica le cose perché comunque mandi i colpi di incontro, ti sposti, lui va a vuoto, rientri. E tutto così viene più in discesa, almeno per me.
Mi dicevi di tuo fratello: come sono i vostri rapporti oggi, alla luce dei recenti successi di entrambi?
Il nostro non è un comune rapporto tra fratelli, noi siamo proprio anime gemelle. Si tratta di un rapporto magico. Non saprei spiegarlo con altre parole. È un rapporto di un’intensità particolare; quasi, forse, come può essere quella verso un figlio. Noi la viviamo all’unisono l’uno verso l’altro.
Quali sono le tue passioni una volta sceso dal ring?
Cose davvero molto semplici, i piccoli piaceri della vita. Mi piace fare un giro con la mia ragazza, con gli amici, andare a prendere una cosa fuori, magari una pizza (dieta permettendo!), oppure andare al mare, fare un giro per negozi e magari comprare qualcosa, se possibile.
Il tempo finisce e dobbiamo lasciar andare Gianmario verso il suo allenamento serale. Prima lo ringraziamo però per la sua disponibilità e gli facciamo un grandissimo in bocca al lupo per la sua carriera!