Viaggio tra le meraviglie della scienza con “Sul cammello e all’ombra del bastone” ovvero “La matematica dei Greci da Pitagora ad Archimede” – l’originale e coinvolgente spettacolo interpretato da Piergiorgio Odifreddi – in cartellone venerdì 12 aprile alle 21 al CineTeatro “Olbia” di Olbia e sabato 13 aprile alle 21 al Teatro Tonio Dei di Lanusei sotto le insegne del CeDAC per la Stagione 2018-2019 de La Grande Prosa – nell’ambito del Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo in Sardegna.
La pièce – da un’idea dello stesso Piergiorgio Odifreddi e di Sergio Maifredi – prodotta dal Teatro Pubblico Ligure affronta un tema cruciale in un’epoca in cui il rigore della logica sembra aver lasciato il posto – più che all’immaginazione – alle vaghe opinioni e “sensazioni” al di là di ogni fondamento o anche di una seria argomentazione ovvero il potere e il “dovere” della conoscenza in una narrazione avvincente, ricca di aneddoti e dettagli curiosi, sul cammino che ha condotto l’umanità dalla misurazione della Terra fino alla conquista dello spazio.
Focus sulle scoperte dei matematici dell’antichità – a partire da Eratostene di Cirene (276-194 a.C) che riuscì a calcolare della circonferenza del pianeta grazie allo gnomone (un “bastone” piantato verticalmente al suolo, la cui ombra serve per indicare i movimenti del sole) basandosi sulla diversa inclinazione dei raggi dell’astro diurno in due città – e servendosi pare di un cammello per definire la distanza fra i due punti e dopo aver misurato – in una valutazione “empirica” ma di grande efficacia e precisione – e straordinaria semplicità.
Ipparco di Nicea (200-120 a. C.) – astronomo e geografo – oltre alla precessione degli equinozi e alle nozioni sulla gravità, intuì l’esistenza di un continente sull’altro emisfero ben prima delle spedizioni di Cristoforo Colombo, basandosi sulle maree. La curiosità e l’attento studio dei fenomeni sono alle radici del sapere ma in ambito scientifico all’ipotesi segue la dimostrazione, in questo caso attraverso principi logico matematici e “prove” e dati raccolti da altri, vagliati e confermati all’interno di una ricostruzione coerente – ancorché “astratta”.
Piergiorgio Odifreddi – brillante “affabulatore” dalla cifra garbatamente (auto)ironica – ripercorre alcune pagine significative della storia e della cultura occidentale e conduce gli spettatori al cospetto di un’antica civiltà da cui è possibile trarre insegnamento non solo per quel che concerne i contenuti, e quindi l’elaborazione di teorie e calcoli che conservano tutta la loro validità, ma anche e forse soprattutto per l’approccio e i metodi di ricerca.
Il professore – già docente all’Università di Torino e alla Cornell University e collaboratore de Le Scienze e La Repubblica, autore di saggi e interessanti biografie – da tempo impegnato sul fronte della divulgazione apre davanti al pubblico il prezioso scrigno del sapere scientifico, offrendo una concreta smentita alla diffusa opinione che determinate cognizioni risultino irrimediabilmente ostiche e incomprensibili ai più.
Se l’intuizione matematica non è alla portata di tutti, una volta spiegate e illustrate le leggi dei numeri e i principi della fisica – nei quali viviamo immersi anche senza saperlo, che lo vogliamo o no, come parte di uno stesso universo – appaiono chiare e perfino “semplici” all’interno di un unico disegno.
“Sul cammello e all’ombra del bastone” prende spunto – fin dal titolo – dall’impresa di Eratostene che grazie al proprio ingegno e a semplici e giù noti strumenti di misurazione riuscì a determinare con grandissima approssimazione la circonferenza del globo terrestre – scoperta che acquista un singolare valore nell’era dei cosiddetti “terrapiattisti” e di quanti più in generale rifiutino di ammettere l’evidenza perché innamorati di una qualche stravagante teoria.
Il dubbio è all’origine di qual si voglia ragionamento scientifico e la conoscenza procede (anche) per prove e errori, ogni ipotesi deve essere verificabile e ogni esperimento ripetibile affinché se ne possa accertare la validità, prima ancora dell’utilità pratica e di eventuali applicazioni ma paradossalmente mentre si progettano esplorazioni dello spazio vi è chi sostiene con convinzione dogmatica le tesi più improbabili. Forse per smantellare le granitiche certezze di chi cerca nell’interpretazione “letterale” dei libri sacri una presunta verità o sedotto da correnti “new age” ritiene di potersi sottrarre alle regole della convivenza civile non basterà uno spettacolo, ma la pièce mette in evidenza il valore del pensiero scientifico e oltre a dispensare gustosi apologhi sull’evoluzione del sapere offre utili spunti per chi volesse approfondire, svelando contro pregiudizi e luoghi comuni quanto possa essere affascinante e proficuo lo studio della matematica e della fisica – per leggere il cosmo.