A volte basta un piccolo gesto per fare tanto. O, perlomeno, per dare una mano a chi si prodiga per arginare il problema, gravissimo in Sardegna, del randagismo, prendendosi cura delle sue vittime: cani e gatti, le cui condizioni sono spesso precarie a causa degli stenti, delle malattie, dei maltrattamenti subiti in strada. Ed è improprio pensare che occuparsi dei quattro zampe in difficoltà costituisca, in un momento di grave crisi economica come questo, una preoccupazione secondaria, la cui soluzione vada delegata alle associazioni animaliste o a coloro che, rei di avere il cuore tenero, aiutino come possono: regalando un pasto, offrendo uno stallo, condividendo il post di un peloso in cerca di adozione su un social network. In realtà, ogni cane randagio accolto in una delle strutture municipali presenti nell’isola rappresenta un costo ingente per il Comune di appartenenza e, di conseguenza, anche per tutti i contribuenti: se proprio non abbiamo a cuore il benessere animale, ricordarcene dovrebbe spingerci a considerare il sostegno alle campagne di sensibilizzazione, sterilizzazione e adozione come una priorità.
Ma oggi c’è anche un altro modo per offrire un modesto ma importante aiuto. Come? Semplice, con la spazzatura.
O meglio, con una parte di essa.
Prendendo spunto dalla particolare forma di autofinanziamento, attuata da alcune associazioni, tramite la cessione di tappi in plastica ad aziende che si occupano di riciclaggio, la cagliaritana Barbara Gerina, con alle spalle una pluriennale esperienza nell’organizzazione di raccolte di risorse per aiutare colonie di randagi o rifugi sorti spontaneamente (come quello di Nonna Teresa a Olmedo), ha esteso l’iniziativa a tutta l’isola (e persino al di fuori: un gruppo di volontari raccoglie tappi per la Sardegna anche a Torino): punti di stoccaggio sono oggi presenti a Cagliari e zone limitrofe (Pirri, Elmas, Sestu, Quartu, Capoterra e altri ancora), a Iglesias, a Nuoro, a Olbia, ad Alghero, a Sassari. Un progetto di ampio respiro, portato avanti grazie a una rete di volontari che mette a disposizione, a seconda delle necessità, uno spazio per il deposito del materiale o un mezzo di locomozione per le staffette che trasportano la plastica sino all’azienda, situata nel cagliaritano, che la fonderà per riutilizzarla. Per ogni tappo il ricavato è di 0,22 centesimi e, ovviamente, ne serve una grande quantità per soccorrere il maggior numero possibile di pelosi “orfani” di proprietario: quelli che non trovano posto nelle sovraffollate strutture pubbliche, che non possono beneficiare di altri fondi, che ancora rischiano la vita in strada.
Il punto di incontro virtuale tra “donatori” e coordinatori del progetto è il frequentatissimo gruppo Facebook “Raccolta Tappi Pro Pelosi di tutta la Sardegna”. Qui si possono chiedere informazioni su ciò che è possibile destinare alla raccolta (non solo tappi di bottiglia ma anche coperchi di confezioni di detersivi e di prodotti cosmetici; contenitori – puliti – come quelli utilizzati per i formaggi spalmabili; stenditoi, cassette per la verdura e bacinelle), sull’impiego del ricavato, sui referenti che afferiscono al progetto.
Di volta in volta, il denaro accumulato grazie alla plastica riciclata viene utilizzato per gli animali che si trovano in una condizione di emergenza: una sterilizzazione, un animale in fin di vita le cui cure veterinarie raggiungono costi elevati, un gruppo di volontari che ha bisogno di sostegno per nutrire e vaccinare gli animali che ospita in attesa di trovar loro un’adozione. Con le stesse finalità, Barbara affianca a questa attività anche la pianificazione di lotterie, i cui premi sono forniti da imprese operanti sul territorio. Ogni bonifico, ogni fattura e ricevuta vengono fotografati e riportati all’interno del gruppo Facebook in modo da garantire ai partecipanti la massima trasparenza.
Un piccolo miracolo che coinvolge tutti i maggiori centri abitati della regione e che ha il pregio, da una parte, di educare al riutilizzo e dunque al rispetto dell’ambiente e, dall’altro, di far beneficiare del nostro sostegno, e per di più senza spendere niente, i quattro zampe in difficoltà e coloro che dedicano tempo ed energie ad aiutarli.